IL TERRITORIO
Castelnuovo è il capoluogo e il cuore della verde Garfagnana che costituisce la parte settentrionale della valle del fiume Serchio racchiusa tra i contrafforti montuosi delle Alpi Apuane e dell’Appennino. È distante da Lucca e dalla Versilia circa 40 Km.
Torrite, Palleroso, Monterotondo, Antisciana, Gragnanella, Cerretoli, Colle, Rontano, Metello, La Croce e Stazzana sono le caratteristiche frazioni, di antica origine, situate in ambienti paesaggisticamente suggestivi e con sentieri che, attraversando verdi boschi, permettono un tuffo nella natura scoprendo al tempo stesso la storia di una popolazione con i suoi ritmi quotidiani e l’architettura della civiltà rurale.
Da Castelnuovo è possibile raggiungere in breve tempo le più interessanti mete turistiche della Valle del Serchio, con itinerari di trekking, a piedi e a cavallo o in mountain-bike, mentre la città offre negli impianti sportivi, moderni e funzionali, la possibilità di praticare ogni disciplina, dal nuoto al tennis, al football, all’atletica.
Torrite, Palleroso, Monterotondo, Antisciana, Gragnanella, Cerretoli, Colle, Rontano, Metello, La Croce e Stazzana sono le caratteristiche frazioni, di antica origine, situate in ambienti paesaggisticamente suggestivi e con sentieri che, attraversando verdi boschi, permettono un tuffo nella natura scoprendo al tempo stesso la storia di una popolazione con i suoi ritmi quotidiani e l’architettura della civiltà rurale.
Da Castelnuovo è possibile raggiungere in breve tempo le più interessanti mete turistiche della Valle del Serchio, con itinerari di trekking, a piedi e a cavallo o in mountain-bike, mentre la città offre negli impianti sportivi, moderni e funzionali, la possibilità di praticare ogni disciplina, dal nuoto al tennis, al football, all’atletica.
CENNI STORICI
Le prime memorie documentarie risalgono all’anno 740 quando Castelnuovo doveva essere ben piccolo villaggio, con chiesa dipendente dalla vicina pievania di Pieve Fosciana. Un secolo dopo, nell’872, la città possedeva già mure castellane.
Ne fu poi padrona la Contessa Matilde e in questo periodo divenne centro transitabile; poi Federico I ebbe possesso dei beni matildici, quindi il Papato, libero comune, Fiorentini e Pisani che la contrastarono a Lucca.
Nel XIV secolo venne ampliata la cinta muraria ma fu nel 1430, che sottomettendosi volontariamente agli Estensi insieme a molte altre comunità di Garfagnana, acquisì importanti privilegi e raggiunse poi il massimo sviluppo. Castelnuovo divenne capoluogo della Provincia e, in quanto tale, residenza di commissari e governatori inviati a reggere le sorti della Provincia. I poeti Ludovico Ariosto (1522-1525) e Fulvio Testi (1640-1642) furono tra questi. Alla fine del ‘700, l’occupazione francese inferse alla popolazione insorta profonde ferite. Con il principato napoleonico dei Baciocchi la città divenne poi sede di prefettura del circondario; la Restaurazione riportò quindi gli Estensi al governo della Garfagnana fino al 1859, quando avvenne l’annessione plebiscitaria al Piemonte ed al Regno d’Italia nel 1860: fu pertanto aggregata alla provincia di Massa e Castelnuovo ritornò sede di sottoprefettura. Nel 1924 quindi venne definitivamente affidata alla provincia di Lucca.
Ne fu poi padrona la Contessa Matilde e in questo periodo divenne centro transitabile; poi Federico I ebbe possesso dei beni matildici, quindi il Papato, libero comune, Fiorentini e Pisani che la contrastarono a Lucca.
Nel XIV secolo venne ampliata la cinta muraria ma fu nel 1430, che sottomettendosi volontariamente agli Estensi insieme a molte altre comunità di Garfagnana, acquisì importanti privilegi e raggiunse poi il massimo sviluppo. Castelnuovo divenne capoluogo della Provincia e, in quanto tale, residenza di commissari e governatori inviati a reggere le sorti della Provincia. I poeti Ludovico Ariosto (1522-1525) e Fulvio Testi (1640-1642) furono tra questi. Alla fine del ‘700, l’occupazione francese inferse alla popolazione insorta profonde ferite. Con il principato napoleonico dei Baciocchi la città divenne poi sede di prefettura del circondario; la Restaurazione riportò quindi gli Estensi al governo della Garfagnana fino al 1859, quando avvenne l’annessione plebiscitaria al Piemonte ed al Regno d’Italia nel 1860: fu pertanto aggregata alla provincia di Massa e Castelnuovo ritornò sede di sottoprefettura. Nel 1924 quindi venne definitivamente affidata alla provincia di Lucca.
LA ROCCA ARIOSTESCA E LE MURA
La Rocca si presenta oggi in veste sostanzialmente rinascimentale, essendo il plurisecolare risultato di continue ristrutturazioni e adeguamenti. La primitiva costruzione risale all’XI secolo – probabilmente una casa-torre – intorno alla quale si svilupperà poi il complesso fortificato che otterrà maggior impulso durante la dominazione lucchese, prima con Castruccio Castracani degli Antelminelli che costruì anche un ampio tratto delle mura urbane e quindi con Paolo Guinigi.
Quando poi Castelnuovo divenne capoluogo della provincia Estense, la Rocca assolse la funzione di sede amministrativa del governo ed abitazione dei commissari, subendo modificazioni che, pur lasciando inalterato l’impianto primitivo, la resero più adatta ai nuovi usi.
Gli eventi bellici arrecarono all’edificio, come del resto alla città intera, gravi danni; i pesanti restauri del dopoguerra hanno poi apportato varie modifiche alla struttura. Attualmente sono in corso imponenti lavori di restauro, che riporteranno la Rocca ed essere fruibile nella sua complessità, in una veste completamente rinnovata; al momento quindi non è possibile accedere all’interno.
Quando poi Castelnuovo divenne capoluogo della provincia Estense, la Rocca assolse la funzione di sede amministrativa del governo ed abitazione dei commissari, subendo modificazioni che, pur lasciando inalterato l’impianto primitivo, la resero più adatta ai nuovi usi.
Gli eventi bellici arrecarono all’edificio, come del resto alla città intera, gravi danni; i pesanti restauri del dopoguerra hanno poi apportato varie modifiche alla struttura. Attualmente sono in corso imponenti lavori di restauro, che riporteranno la Rocca ed essere fruibile nella sua complessità, in una veste completamente rinnovata; al momento quindi non è possibile accedere all’interno.
IL DUOMO
Situato all’interno della cinta muraria è dedicato ai SS. Pietro e Paolo. Le prime origini risalgono al X secolo ma l’attuale edificio fu riedificato sull’antica chiesa romanica agli inizi del ‘500 con ampliamenti murari e arricchimento architettonico interno.
L’epoca barocca apportò ulteriori modifiche al colonnato interno conservando l’austera facciata. L’ultimo conflitto bellico provocò gravi danni a tutta la struttura e la successiva ristrutturazione riscoprì le linee classiche.
Conserva tuttora pregevoli opere: la “Pala di San Giuseppe”, terracotta invetriata di scuola robbiana, forse eseguita da Gerolamo figlio di Andrea prossimo a Jacopo Sansovino; un SS. Crocifisso, scultura lignea di artista del XV secolo, popolarmente noto come il “Cristo Nero”; la “Madonna con Santi”, tela di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio; una cornice marmorea della bottega lucchese del Civitali e vari dipinti di pregio seicenteschi.
L’epoca barocca apportò ulteriori modifiche al colonnato interno conservando l’austera facciata. L’ultimo conflitto bellico provocò gravi danni a tutta la struttura e la successiva ristrutturazione riscoprì le linee classiche.
Conserva tuttora pregevoli opere: la “Pala di San Giuseppe”, terracotta invetriata di scuola robbiana, forse eseguita da Gerolamo figlio di Andrea prossimo a Jacopo Sansovino; un SS. Crocifisso, scultura lignea di artista del XV secolo, popolarmente noto come il “Cristo Nero”; la “Madonna con Santi”, tela di Michele di Ridolfo del Ghirlandaio; una cornice marmorea della bottega lucchese del Civitali e vari dipinti di pregio seicenteschi.
FORTEZZA DI MONTALFONSO
Sorge su un rilievo poco fuori Castelnuovo. Costruita verso la fine del ‘500 dal duca Alfonso II per offrire alla città un sicuro rifugio e difesa in caso di attacco ed assedio.
Realizzata su progetto dell’architetto Antonio Pasi, la fortezza è formata da una lunga cinta muraria con sette baluardi collocati in modo asimmetrico per adeguarsi alle caratteristiche del terreno. All’interno erano collocati edifici destinati alle truppe e agli uffici; ad oggi ne rimangono solo sette, gli altri furono demoliti o abbandonati a se stessi. All’interno è presente un binocolo panoramico che consente di osservare nei minimi dettagli lo straordinario panorama della Garfagnana, degli Appennini e delle Alpi Apuane.
Attorno al colle dove sorge la fortezza di Monte Alfonso è stato attrezzato un percorso, “Sentiero dell’Ariosto”, che consente un’escursione nel verde intorno alla fortificazione; si accede al sentiero sia dal capoluogo che dal periferico borgo di Torrite.
Realizzata su progetto dell’architetto Antonio Pasi, la fortezza è formata da una lunga cinta muraria con sette baluardi collocati in modo asimmetrico per adeguarsi alle caratteristiche del terreno. All’interno erano collocati edifici destinati alle truppe e agli uffici; ad oggi ne rimangono solo sette, gli altri furono demoliti o abbandonati a se stessi. All’interno è presente un binocolo panoramico che consente di osservare nei minimi dettagli lo straordinario panorama della Garfagnana, degli Appennini e delle Alpi Apuane.
Attorno al colle dove sorge la fortezza di Monte Alfonso è stato attrezzato un percorso, “Sentiero dell’Ariosto”, che consente un’escursione nel verde intorno alla fortificazione; si accede al sentiero sia dal capoluogo che dal periferico borgo di Torrite.
TEATRO ALFIERI
La sua realizzazione risale al 1860 per iniziativa di un gruppo di maggiorenti locali, i conti Luigi e Giovanni Carli, questi ne fu anche il progettista, e Antonio Vittoni.
In origine dedicato a Vittorio Emanuele II assunse l’attuale dedica all’indomani della nascita dello stato repubblicano.
L’Alfieri può considerarsi a ragione il più rappresentativo teatro della Valle del Serchio e ben testimonia, nelle forme e nelle linee decorative interne ed esterne, il ruolo e le ambizioni della città nella seconda metà dell’ottocento.
Fino agli inizi del secolo scorso l’attività fu di tipo prevalentemente lirico, con cartelloni che videro la presenza di compagnie a livello nazionale, supportate da filodrammatici locali; poi una sensibile riduzione dell’attività teatrale, l’avvicendarsi di varie gestioni, determinano difficoltà risollevate un po’ con la programmazione cinematografica, attività poi prevalente nella seconda metà del 1900.
Dopo importanti restauri che hanno restituito al Teatro l’antico splendore, oggi l’Alfieri ospita eventi di rilevanza nazionale e un’annuale e prestigiosa stagione di prosa.
In origine dedicato a Vittorio Emanuele II assunse l’attuale dedica all’indomani della nascita dello stato repubblicano.
L’Alfieri può considerarsi a ragione il più rappresentativo teatro della Valle del Serchio e ben testimonia, nelle forme e nelle linee decorative interne ed esterne, il ruolo e le ambizioni della città nella seconda metà dell’ottocento.
Fino agli inizi del secolo scorso l’attività fu di tipo prevalentemente lirico, con cartelloni che videro la presenza di compagnie a livello nazionale, supportate da filodrammatici locali; poi una sensibile riduzione dell’attività teatrale, l’avvicendarsi di varie gestioni, determinano difficoltà risollevate un po’ con la programmazione cinematografica, attività poi prevalente nella seconda metà del 1900.
Dopo importanti restauri che hanno restituito al Teatro l’antico splendore, oggi l’Alfieri ospita eventi di rilevanza nazionale e un’annuale e prestigiosa stagione di prosa.
CONVENTO DI SAN GIUSEPPE
La costruzione fu iniziata nel 1632 per volontà di p. Giambattista d’Este, già Alfonso III duca di Modena, che quattro anni prima aveva abbandonato il trono per entrare nella religione cappuccina dove morì nel 1644.
Il monumento funebre all’interno della chiesa ne ricorda la figura storica.
Il monumento funebre all’interno della chiesa ne ricorda la figura storica.
MUSEO ARCHEOLOGICO
Ampia la documentazione archeologica dell’Alta Valle del Serchio attestata nel museo che oltre ad una didattica esposizione sull’evoluzione umana riferisce di due periodi particolarmente documentati per i significativi e peculiari ritrovamenti del territorio della Garfagnana: il Mesolitico (8000-4500 a.C.) cui sono illustrati nei vari aspetti la dislocazione territoriale degli insediamenti, l’uso e la funzione degli strumenti litici e l’Età del Ferro, che propone principalmente reperti che testimoniano aspetti e modi di vita del popolo Ligure-Apuano dal IV sec. a.C. fino all’occupazione romana. Al momento il museo è chiuso per ristrutturazione.
EVENTI E MANIFESTAZIONI
Il Patrono della città è San Pietro, festa ricorrente il 29 giugno.
Tra le principali manifestazioni organizzate sono da ricordare: la Settimana del Commercio, un cartellone coordinato di eventi, spettacoli e mostre che per circa 10 giorni nel periodo di Ferragosto animano fino alla mezzanotte Castelnuovo; il Festival della Magia e dell’Illusionismo che, in una atmosfera fantastica e surreale, trasformano le vie del centro in un suggestivo teatro all’aperto; il Festival dell’International Academy of Music, che ospita artisti di assoluto spessore internazionale; la tradizionale fiera di settembre che vede iniziative culturali, manifestazioni musicali, gastronomiche, di artigianato e folcloristiche, tra cui la caratteristica estrazione della “Tombola in Piazza”; la festa dedicata alla farina di neccio DOP della Garfagnana, un evento da non perdere per tutti gli estimatori della castagna. Ma in tutti i periodi dell’anno è un susseguirsi di attività di ogni genere anche nelle frazioni dove rivive la tradizione popolare.
Tra le principali manifestazioni organizzate sono da ricordare: la Settimana del Commercio, un cartellone coordinato di eventi, spettacoli e mostre che per circa 10 giorni nel periodo di Ferragosto animano fino alla mezzanotte Castelnuovo; il Festival della Magia e dell’Illusionismo che, in una atmosfera fantastica e surreale, trasformano le vie del centro in un suggestivo teatro all’aperto; il Festival dell’International Academy of Music, che ospita artisti di assoluto spessore internazionale; la tradizionale fiera di settembre che vede iniziative culturali, manifestazioni musicali, gastronomiche, di artigianato e folcloristiche, tra cui la caratteristica estrazione della “Tombola in Piazza”; la festa dedicata alla farina di neccio DOP della Garfagnana, un evento da non perdere per tutti gli estimatori della castagna. Ma in tutti i periodi dell’anno è un susseguirsi di attività di ogni genere anche nelle frazioni dove rivive la tradizione popolare.